Vera, il mio primo racconto

CANZONE CONSIGLIATA DURANTE LA LETTURA:

MUSE – Something Human

Vera è stato il primo racconto che ho scritto di getto, riletto e corretto pochissimo e messo su Amazon in self publishing. Ma ovviamente non è la prima cosa che scrivo.

L’unica differenza è che non ci ho pensato troppo, l’ho dato in pasto al mondo e basta. Se ci avessi pensato, sarebbe finita anche Vera in un cassetto.

Come è nata questa breve storia

Vera è nata da un mio sogno, niente di più, niente di meno.
Ho trascritto in modo fedele al 90% quello che ho sognato. Le uniche cose che ho cambiato sono state alcune parti troppo assurde… sappiamo tutti che nei sogni non tutto ha senso e molte cose si sovrappongono in modo bizzarro!

Alcuni dei personaggi sono persone reali, che fanno parte della mia vita. Altri sono parto della mia mente onirica, mentre Leo è stato l’unico personaggio creato ad-hoc per il racconto. Nel sogno il suo ruolo veniva ricoperto da un essere umano e non aveva alcun senso nella logica del racconto, così quella persona è stata trasformata nell’androide Leo.

Dalla mia testa, al mio pc, al mondo

All’inizio di quest’anno mi ero imposta tra i vari obiettivi quello di pubblicare finalmente qualcosa. Nel famoso “cassetto” ho un romanzo finito, scritto tanti tanti anni fa per un concorso, un altro romanzo che attende solo un finale che non trovo, e alcuni racconti e idee per racconti, oltre ovviamente al testo per “Oltre il muro“.
Le uniche cose mie che il mondo ha letto sono stati articoli, recensioni, post su questo blog… mai niente di personale.
Vera è MOLTO personale. Sono poche pagine ma c’è molto più di me in quelle poche pagine che in tutto quello che ho scritto nella mia vita.
Per questo motivo avrei dovuto essere terrorizzata all’idea di farlo leggere a qualcuno, esponendomi in modo così plateale.
Invece il fatto che sia così personale, è stata proprio la molla che mi ha fatto buttare su Amazon KDP per lanciare Vera nel mondo.
Sentivo dentro che Vera avrebbe toccato le corde di qualcuno, perché è stato scritto in un momento particolare, perché è totalmente sincero e, appunto, personale.

Cosa ne è stato di Vera nel mondo

Non è successo molto. Non mi aspettavo nemmeno che succedesse chissà cosa.
Lo hanno letto persone che tengono a me e persone a cui ho chiesto un primo parere e che sono state ringraziate proprio al termine del racconto. Lo hanno letto anche alcune persone che non erano state interpellate da me direttamente e di questo li ringrazio moltissimo.
Alcuni di loro lo hanno sicuramente apprezzato, alcuni magari hanno detto di averlo apprezzato per farmi piacere, altri non hanno detto niente.
E a me va benissimo così.
C’è un pezzetto di me libero nel mondo, un pezzetto che in realtà mi pesava. Vera mi ha alleggerito un peso e adesso può vivere la sua vita.

Forse altri occhi leggeranno la storia di Vera e la apprezzeranno. Oppure no. Per me è la stessa cosa.
Io so cosa significa per me, chi doveva sapere il suo significato lo ha saputo, chi ha voluto dare un significato personale lo ha fatto.

Vera è come se fosse la mia prima figlia e non potrei esserne più orgogliosa.

Ok, ma di cosa parla Vera?

Se vi state facendo questa domanda ovviamente non lo avete letto! Vi perdono, dai…
Vera è la storia di un’androide femmina, che prova sentimenti umani. Banale in fondo, non sono certamente l’unica ad aver avuto questa idea.
Quello che la distingue da altre storie simili sono semplicemente le sensazioni che ci sono nel racconto. La paura dell’abbandono, il senso di annullamento totale e di impotenza che una persona può provare quando perde una persona amata.
Quello che vorrei vi colpisse non è tanto la storia, quanto i sentimenti che ci sono dentro.
Sono una dozzina di pagine che costano meno di un euro, se avete un Kindle lo potete leggere lì, altrimenti potete scaricare l’app sul cellulare o ancora leggerlo direttamente su Amazon. Qui sotto trovate il link per acquistarlo!

Ultima cosa: il senso delle dediche all’inizio di Vera

All’inizio di Vera cito Quantic Dream e il loro videogame Detroit: Become Human. Li ho citati perché ho amato tantissimo Detroit e Vera sarebbe un personaggio perfetto in quel mondo, ne fa parte.
Ho citato chi mi ha ispirato questo racconto. Ok, è un mio sogno… ma il sogno ovviamente è stato una rielaborazione di cose vissute. Quindi quel ringraziamento è per chi mi ha fatto da musa ispiratrice.
Poi c’è un estratto del testo di Something Human, brano dell’ultimo album dei MUSE. Mio gruppo preferito, in questo caso non hanno contribuito minimamente all’ispirazione per il racconto, ma il testo si sposava benissimo, quindi per ringraziarli di quasi vent’anni di musica, ho inserito anche loro.

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